Trekking Selvaggio Blu Sardegna, panorami a picco sul mare e natura mozzafiato

autore foto: www.spiritofsardinia.it
Il trekking Selvaggio Blu in Sardegna è il sentiero costiero più famoso del Mediterraneo, si sviluppa lungo le ripide e panoramiche scogliere di Baunei con passaggi spesso impegnativi, ma sempre spettacolari. Lungo il tragitto, tante calette color smeraldo dove rinfrescarsi. Si possono raggiungere anche in barca o con camminate più brevi.

Selvaggio Blu, guglie, alte pareti di roccia e mare azzurro a perdita d’occhio

Sotto la guglia e l’arco di Cala Goloritzè o nella spettacolare ansa che si apre alle spalle di Cala Sisine, il percorso di trekking del Selvaggio blu attraversa un territorio in cui la grande bellezza è selvaggia, aspra, primordiale, unica. Ha i colori del calcare (il bianco), delle foreste di lecci e ginepri (il verde), delle acque limpidissime che regalano un’infinità di sfumature (cobalto, celeste, blu). Per 40 chilometri, Mar Tirreno e Supramonte sono un tutt’uno, quasi si fondono in un paesaggio mozzafiato. I panorami si perdono nell’infinito di una natura che l’uomo non ha ferito, splendida e intatta. È un mondo fatto di guglie, canyon che arrivano al mare (le codule), falesie alte anche 700 metri e calette di sabbia bianca e ciottoli dove un tempo veniva a distendersi indisturbata la foca monaca. La sensazione è quella di trovarsi fuori dal mondo, in un luogo rimasto sospeso nel tempo. Sia che ci si fermi all’ombra di un ginepro, sia che si faccia snorkeling tra le grandi rocce e le grotte segrete, il senso di pace e meraviglia è unico e incredibile. Baunei, paese montano con una bella frazione marina, Santa Maria Navarrese, custodisce uno dei tesori dell’Ogliastra: il Supramonte, l’altopiano di calcare che si affaccia sullo splendido Golfo di Orosei. Qui il viaggio diventa avventura e ci si sente esploratori, anche solo per un giorno.

Trekking Selvaggio Blu Sardegna: storia di una scoperta

Era il 1987, l’anno di nascita del Selvaggio Blu, creato dopo lunghi sopralluoghi alla ricerca degli antichi passaggi di pastori e carbonai. Da quando, negli anni Ottanta, Mario Verin e Peppino Cicalò diedero vita al percorso a tappe in questo pezzo spettacolare della Sardegna, il nome Selvaggio blu è diventato celebre perché rappresenta uno dei trekking più affascinanti e impegnativi d’Europa. Fu il nuorese Cicalò a dargli il nome, e ancora oggi ne è orgoglioso. Un universo raccontato e fotografato da altri famosi esploratori come Paolo Masa e Iacopo Merizzi, la coppia di alpinisti che trent’anni fa lo fece scoprire al grande pubblico illustrandolo sulle pagine del mensile Airone, prima che venisse celebrato dal New York Times.

Il trekking Selvaggio blu con le guide di Baunei

Oggi sono le guide di Baunei ad accompagnare gli escursionisti alla scoperta del Selvaggio blu, svelando anche ai turisti che si accontentano di un’escursione giornaliera del sentiero, tutti i segreti del percorso di trekking più bello della Sardegna. Da Mario Muggianu (Speleologica baunese, gestisce anche la grotta del Fico, uno degli ultimi rifugi del “bue marino” in Sardegna) a Gianpietro Carta (Mitico selvaggio), da Salvatore Piras (Salinas escursioni) ad Antonio Cabras (Cooperativa Goloritzè), gli esperti di questo splendido territorio dell’Ogliastra amano spiegare ai visitatori come è riuscito questo universo di rara bellezza a conservarsi intatto fino ai nostri giorni. Bisogna conoscere gli aneddoti e le storie quando si rimane senza fiato davanti ai panorami, quando ci si tuffa nelle acque color smeraldo, quando si resta avvolti dalla stessa magia che Lina Wertmüller catturò 40 anni fa nelle scene del film cult con Giancarlo Giannini e Mariangela Melato. Il Selvaggio blu visto dal mare Il trekking del Selvaggio blu che serpeggia sulle alte falesie del Supramonte si può ammirare in tutta la sua bellezza anche dal mare. Non c’è bisogno di scarpinare sui sentieri dei caprai o dei carbonai toscani, o salire per le scale di ginepro costruite dai pastori per superare i tratti più complicati. Il gusto dell’avventura si può provare anche dalle barche che partono da Santa Maria Navarrese, Arbatax, e Cala Gonone e accompagnano i turisti su spiaggette incantate come quelle di Cala Luna, Sisine, Biriola, Cala Mariolu (il mariolu è la foca che rubava i pesci dalle reti dei pescatori ponzesi) e Ispuligi de nie, con i suoi piccoli ciottoli tanto bianchi da sembrare fiocchi di neve.

Il Mar Tirreno e il Supramonte unite dalle fresche acque sotterranee

In riva al mare, in molte calette che si aprono nelle pareti del Supramonte ci sono delle vere e proprie sorprese per i visitatori: infilando le mani tra la sabbia e i sassi levigati si sentirà il fresco delle acque che dopo essere penetrate nelle rocce dell’altopiano sovrastante, scorrono limpide verso il mare. Una sensazione unica che testimonia ancora una volta la bellezza della natura di questi luoghi e il mistero dell’unione indelebile tra il Supramonte e il Mar Tirreno che si fondono.

Trekking Selvaggio Blu Sardegna: come arrivare, tappe, durata e consigli

Selvaggio Blu come arrivare. In auto, da Olbia si segue la SS131 dcn passando per San Teodoro, Siniscola e Baunei. In tutto sono 155 chilometri di strada. Da Cagliari si percorre la SS125 per Muravera, si continua per Tortolì fino ad arrivare a destinazione (distanza da Cagliari 170 chilometri). In nave. Il porto più vicino è quello di Arbatax dove arrivano i traghetti Tirrenia da Civitavecchia e Genova. Trekking Selvaggio Blu: dislivello totale: 4.510 metri; percorrenza media: da sei a nove ore. Difficoltà: EE (escursionisti esperti)
credits Cooperativa Goloritzè
 Escursioni organizzate Selvaggio blu. Le guide di Baunei indirizzi Cooperativa Goloritzè, fornisce guide, informazioni e servizi di logistica. Ha anche un ostello di sei stanze con bagno, campeggio e ristorante tipico. Baunei, loc. Colgo. Prezzo: 600 €, 5 giorni di trekking da Pedra Longa e Cala Sisine. Mitico Selvaggio, collaudata organizzazione di guide ambientali escursionistiche. Dispone di un ovile-rifugio attrezzato come campo base. Si trova a Baunei. Prezzo: 500 € per sette giorni di trekking. Marcello Cuminetti, guida alpina UIAA percorre il Selvaggio Blu da vent’anni. Per il 2018, come annunciato sul suo blog, c’è una novità per tutti coloro che scelgono di affidarsi a lui per percorrere il trekking più bello e impegnativo della Sardegna: la possibilità di cenare e pernottare in barca alla fine di ogni tappa del trekking. La barca segue dal mare gli escursionisti, che a fine giornata la raggiungono per mangiare, ritemprarsi e dormire. Il mattino seguente, dopo colazione, si riparte per la tappa successiva del Selvaggio blu, fino alla fine del percorso. Prezzo: da 680 € a persona per un minimo di 6 persone. Vi lascio l’indirizzo del blog: marcellocominetti.blogspot.com/p/selvaggio-blu.html. Salinas escursioni, a Baunei, offre programmi di trekking sul Selvaggio Blu di diversa durata a seconda delle richieste. Prezzo: da 400 € per 5 giorni. TREKKING SELVAGGIO BLU QUANDO ANDARE PERIODO MIGLIORE: GIUGNO E SETTEMBRE. DIFFICOLTÀ: IMPEGNATIVO. PERCHÉ ANDARE: È IL TREKKING PIÙ BELLO DEL MEDITERRANEO E TRA I PIÙ BELLI D’EUROPA. IL CONSIGLIO: PARTIRE BENE ALLENATI. ADATTO A TUTTI: NO. credits Visit Baunei.it

TREKKING SELVAGGIO BLU, TAPPE, TEMPO DI PERCORRENZA E DIFFICOLTÀ

1ª tappa: Pedra Longa – Portu Pedrosu DISLIVELLO IN SALITA: 1.300 M TEMPO DI PERCORRENZA: 9 ORE DIFFICOLTÀ: TRATTI DI ARRAMPICATA DI II GRADO L’imbocco del sentiero Selvaggio Blu si trova alla curva del penultimo tornante, prima del piazzale di Pedra Longa. Arriva alla base dello sperone di Punta Giradili, alto 700 metri, che risale per una spettacolare sporgenza fino all’ovile Us Piggius, uno dei pochi ancora abitati dal pastore (2 ore di percorrenza, dislivello 650 metri). Qui c’è la strada carrabile di Irbidossilli che si percorre per 300 metri, prima di addentrarsi nell’altopiano di campi dove diventa molto impegnativo camminare. Il Selvaggio Blu prosegue in direzione est-nordest seguendo sempre la linea della falesia a strapiombo sul mare. Il passaggio più importante è la discesa nel Bacu Tenadili e il successivo tratto di arrampicata di II grado. Questa prima tappa termina nella bellissima insenatura di Portu Pedrosu. 2ª tappa: Portu Pedrosu – Cala Goloritzè DISLIVELLO IN SALITA: 900 M TEMPO DI PERCORRENZA: 6 ORE DIFFICOLTÀ: ALCUNI PASSAGGI ESPOSTI Da Portu Pedrosu si raggiunge in pochi minuti l’insenatura di Portu Cuau per proseguire verso nord attraverso la vegetazione. Dopo circa due chilometri, un sentiero, il cui ingresso è segnalato da un evidente segno blu, si addentra con un lungo tratto a mezza costa nel Bacu Sonnuli. Superati alcuni tratti esposti si incontra l’ovile di Fenos Trainos, uno dei meglio conservati. Attraverso alcuni sentieri si arriva al limite della scogliera dove inizia la salita di Serra d’Argius. In alto si trova l’ovile semidistrutto di Su Runcu e su Pressu che segna il punto in cui inizia la strada per il belvedere di Punta Salinas. Per scendere a Cala Goloritzè ci vuole ancora un’ora e mezzo di cammino, ma la meta vale senza dubbio lo sforzo. 3ª tappa: Cala Goloritzè – Bacu su Feilau DISLIVELLO IN SALITA: 1.160 M TEMPO DI PERCORRENZA: 8 ORE DIFFICOLTÀ: ARRAMPICATA FINO AL IV GRADO SUPERIORE, 2 CORDE DOPPIE Il percorso si fa difficile con il passaggio di Boladina (arrampicata di IV grado superiore). Dopo aver superato un pittoresco ovile, il trekking Selvaggio Blu raggiunge la cima del crinale di Serra ‘e Lattone che segue per circa 2 chilometri. Continua in un passaggio sul lato di Bacu Mudaloru che permette di scendere. Passando a lato di alcuni speroni rocciosi, il trekking continua nuovamente sul versante del mare, scende un canale di ghiaie ed entra in un bosco abbastanza ripido. Due calate in corda doppia conducono vicino ad alcune grandi grotte. Da qui, una sottile sporgenza pianeggiante conduce all’uscita del Bacu Mudaloru. Un sentiero molto usurato dal passaggio degli animali attraversa il bosco di lecci sotto a Urèle. Con alcuni passaggi esposti e qualche breve arrampicata si arriva all’apertura nella roccia che conduce al Bacu su Feilau. Attraverso una scala di ginepro si supera il salto di roccia e si entra nel Bacu. 4ª tappa: Bacu su Feilau – Cala Sisine DISLIVELLO IN SALITA: 1.150 M TEMPO DI PERCORRENZA: 6 ORE E MEZZA DIFFICOLTÀ: TRATTI DI ARRAMPICATA (IV GRADO), 4 CORDE DOPPIE (FINO A 40 METRI) Da Bacu Feilau il trekking Selvaggio Blu risale fino ad una rampa che porta alla strada bianca, all’altezza dell’ovile Ololbizzi. Si prosegue a destra facendosi guidare dai segni blu che indicano il cammino e si prosegue verso l’ovile Piddi. Cinquanta metri prima, si scende a destra attraverso un corridoio di rocce oltre il quale si affrontano due calate in corda doppia che portano al bosco di Biriola. Si prosegue lungo dei passaggi sospesi sulle pareti a picco sul mare. Questa tappa, forse la più spettacolare, prevede alcuni tratti di arrampicata e ancora due calate in corda doppia prima di raggiungere Cala Sisine, la meta finale del trekking Selvaggio Blu. Il sentiero visto dal mare
credits Marcello Cominetti
Il trekking Selvaggio blu si ammira comodamente anche dal mare. Da Santa Maria Navarrese si doppia il Capo di Montesanto sotto il quale si apre la Grotta dei Colombi. Poi si entra nel fiordo di Portu Pedrosu, quindi si arriva a Portu Cuau. Cala Goloritzè è annunciata dal celebre arco di roccia. Dopo la Grotta del Fico c’è Biriola incorniciata dal bosco che arriva fino al mare. si arriva infine a Cala Sisine, splendida spiaggia a forma di mezzaluna. Escursione Selvaggio blu da mare indirizzi Mareogliastra, tel. 0782 615173. Intera giornata in motonave da 35 €. Nautica Sas, tel. 0782 615522. Noleggio gommoni, escursioni personalizzate con skipper lungo la costa da 30 €. Blue White, tel. 349 0559341. Escursioni su misura, mezza giornata da 20 €. Consigli per affrontare il trekking Selvaggio blu Sardegna Per affrontare il trekking Selvaggio blu bisogna essere ben allenati, munirsi di attrezzatura da montagna e non bisogna soffrire di vertigini. È fondamentale affidarsi a guide esperte o che nel gruppo ci sia almeno una persona con esperienze alpinistiche. È indispensabile avere calzature da trekking con buona presa, sacco a pelo, potabilizzatore per l’acqua, cibo, lampada frontale, corda da 45 metri, imbracatura e cartografia dettagliata. Il consiglio è quello di affidarsi alle guide del posto. Saranno loro a fornire l’attrezzatura e a guidarvi in maniera responsabile per l’intera escursione. Nel caso voleste affrontarlo da soli, c’è comunque la possibilità di avvalersi dei numerosi servizi di logistica e assistenza che le guide mettono a disposizione.

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