Manet e la Parigi moderna

Il balcone 1868-1869. Manet era un grande osservatore della realtà e della gente. Diceva: “Si vede come si vuole ed è questa falsità che costituisce l’arte”

Un uomo dai modi gentili e dal temperamento tranquillo, ma solo in apparenza. In realtà Édouard Manet fu fondamentalmente un sovvertitore, nella vita e nella straordinaria carriera da pittore. Lasciò presto la casa parigina per trasferirsi nei quartieri bohémien e frequentare i grandi musei. Adorava la pittura di Tiziano: la sua “scandalosa” Olympia è una copia impudica della Venere di Urbino del pittore di Pieve di Cadore. Ma si infiammava soprattutto per gli spagnoli Velázquez e Goya. Della Parigi di Napoleone III e del prefetto Haussmann, che in un radicale processo di modernizzazione aveva spostato la ricca borghesia lungo i boulevard e spinto i miserabili in periferia, adorava il senso di grandezza che esprimevano. Era un periodo di trasformazione per Parigi, che si stava riempiendo di locali da ballo, teatri e brasserie, che davano l’idea di un progresso crescente che coinvolge in pieno l’artista.

La sua pittura segue il cambiamento, esce dall’Accademia e per un periodo segue il gruppo impressionista di Monet, per discostarsene poco dopo, senza ripensamenti. Le opere di Manet si distinguono per la pennellata piatta, le macchie ardenti di colore, i neri che sanno di catrame e liquirizia e hanno riflessi abbaglianti.

Il ritratto della cognata Berthe Morisot con violette e La cameriera della birreria, sono esempi eccezionali di questa sua pittura accesa di colore, quasi post-impressionista. Nella mostra di Milano, curata dallo storico Guy Cogeval, presidente del Musée d’Orsay, si ammirano 17 capolavori di Manet, presi in prestito da Parigi accostati ad una quarantina di splendide opere dei maestri della sua epoca, tra cui Boldini, Degas, Gaugin, Cézanne, Monet, Renoir, Signac e Tissot.

La cameriera della birreria 1878-1879. Manet conobbe la giovane in una brasserie di Parigi e la convinse a posare per lui.

Chi era Édouard Manet

Parigino doc, nasce nel 1832 in una famiglia agiata. Il padre, giudice, voleva che intraprendesse la carriera militare. Édouard fa un tentativo e si imbarca su un mercantile che fa tappa a Rio de Janeiro, in Brasile, ma al suo ritorno convince il padre a dare il consenso alla sua passione per l’arte. Diventerà uno dei maggiori pittori dell’Ottocento. Manet muore nel 1883, a 51 anni, dopo una lunga malattia, lasciando una collezione di oltre 420 quadri a olio, pastello e acquerello.

Info utili:

la mostra Monet e la Parigi moderna sarà visibile nelle sale del Palazzo Reale di Milano fino al 2 luglio. Ingresso 12 euro; ridotto 10 euro. Orari: Lun: 14:30-19:30; Mar, Mer, Ven, Sab e Dom 09:30-19:30; Gio: 09:30-22:30. Sabato 1 aprile, in occasione di ArtWeekPalazzo Reale propone l’ingresso ridotto con visita guidata gratuita alle mostre “Keith Haring. About Art” e “Manet e la Parigi moderna”.

A Milano per la mostra, dove dormire:

Al Nyx Hotel, in piazza 4 Novembre, vicino alla Stazione Centrale. L’ex sede della Philips è diventata un hotel di lusso sviluppato su 11 piani, per un totale di 299 camere e 21 suites. Doppia da 120 euro; leonardo-hotels.com.

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