Le opere di Frida Kahlo nella Collezione Gelman: Arte Messicana del XX secolo
Frida Kahlo è l’artista star. Basta fare il suo nome per rendere imperdibile una mostra. Ma a Palazzo Albergati di Bologna, si ammirano anche le opere del grande pittore messicano Pietro Riveira, marito amato e odiato di Frida, che sposò nel 1929, all’età di 22 anni. Lui ne aveva 43. Il loro rapporto tormentato li portò a divorziare nel 1939, per poi risposarsi nel 1940.
Insieme ai lavori della coppia più famosa della storia dell’arte, l’esposizione accoglie le opere di altri artisti di punta messicani, come María Izquierdo, David Alfaro Siquerios, Ángel Zárraga e Rufino Tamayo, orgoglio della scuderia di Jacques e Natasha Gelman, ricchi emigranti dell’Est Europa che una volta trasferiti in Messico, hanno dato vita ad una collezione di enorme valore, considerata tra le più importanti raccolte di Arte Messicana del XX secolo.
Ad aprire la mostra, curata da Gioia Mori, sono proprio i ritratti commissionati dalla coppia. Natasha Gelman è il soggetto ricorrente. Diego la ritrae come una diva americana, adagiata su un divano blu, con un vestito bianco, contornata da lussureggianti calle. Frida invece, ne ricava un prezioso cammeo. Tra le opere esposte, spicca il ritratto di Cristina, sorella preferita di Frida, ma anche oggetto, nel 1935, di una folle sbandata di Diego. Fu uno degli episodi più drammatici della vita di Frida e sicuramente il tradimento che meno ha tollerato, tanto da averla portata a tentare di suicidarsi. A preannunciare il dramma, alcuni suoi autoritratti e ritratti di Diego, che lei deformava come fosse un demone osceno.
Nelle sue opere, Frida esprimeva tutta la forza dei suoi sentimenti, sia che fossero di gioia, che di rancore e biasimo contro ciò che le aveva riservato la vita: dai problemi di salute ai tormenti dell’amore. Come scriverà Frida nei suoi diari:: «Ho subito due gravi incidenti nella mia vita… il primo è stato quando un tram mi ha travolto e il secondo è stato Diego». In ogni suo dipinto, l’artista trasmetteva un dolore e uno strazio bestiali. La forza di Frida Kahlo sta nell’aver utilizzato la pittura come terapia. Inchiodata a letto per le conseguenze di un tremendo incidente che a 18 anni le spezzò la schiena obbligandola a sottoporsi a 30 interventi chirurgici, con il corpo bloccato, inizia a dipingersi riflessa in uno specchio. Sulla tela c’è un’esplosione di emozioni: sensualità, disperazione, masochismo e passione. Muore nel 1954, all’età di 47 anni, nella sua casa di Coyocán, “Casa Azul”, dove oggi c’è il museo che porta il suo nome. Attraversando gli ambienti della mostra, in un percorso bellissimo, emozionante e struggente, si rivive la vita di questa donna tanto fragile e tormentata. La Collezione Gelman, eccezionalmente esposta a Palazzo Albergati, raccoglie dipinti, fotografie, gioielli, abiti, collages, litografie e disegni dei grandi artisti che hanno contribuito alla cosiddetta “Rinascita Messicana” (1920-1960) e, per la prima volta, si ammirano anche gli abiti dei grandi nomi della moda che si sono ispirati a Frida Kahlo per le proprie creazioni: da Gianfranco Ferrè ad Antonio Marras a Valentino.
Info utili:
La Collezione Gelman: arte messicana del XX secolo è esposta a Palazzo Albergati di Bologna, in Via Saragozza 28, fino al 26 marzo 2017. Orari: tutti i giorni dalle 10.00 alle 20.00 (la biglietteria chiude un’ora prima). Ingresso: 14 €; ridotto 12 €, audio guida inclusa. Per informazioni e prevendita: 051 030141. Dove dormire a Bologna. Hotel vicino Palazzo Albergati.
Consigliati sull’argomento
Film e letture: Frida, interpretato da una straordinaria Salma Hayek (bellissimo!!!)