I cuori di pietra nel mare di Taiwan sono una trappola

Due enormi cuori di pietra a pochi passi dalla riva nelle acque turchesi delle isole Penghu a Taiwan. Potrebbe sembrare il gesto romantico di un innamorato, una dedica fatta alla persona amata da parte di un infaticabile corteggiatore che si è messo ad impilare, uno ad uno, migliaia di sassi incastonandoli fino a formare la figura di due cuori uniti e indivisibili.

E invece no. I simboli indiscussi dell’amore, sono in questo caso una antica e ingegnosa trappola per pesci. Siamo a nord di Qimei Township, una borgata della Contea di Penghu a Taiwan, dove a pochi metri dalla riva, in un mare dai colori spettacolari, spicca la Qimei Shuang Xin Shí Hu, una curiosa opera di ingegneria umana, che neanche a dirlo, “attrae” a se le ignare vittime per poi intrappolarle impedendogli di riprendere il mare.

Pare che questa trappola dall’aria romantica e disincantata faccia il suo dovere da quasi quattro secoli, accogliendo le maree e tutto ciò che portano, per poi trattenerlo quando le acque si ritirano. Un espediente ingegnoso quanto scenografico, visto che è il luogo preferito dagli sposi locali come set fotografico per le nozze, e dalle coppie in viaggio a Taiwan, spesso ignare che i due cuori sono tutt’altro che un simbolo d’amore.

In origine erano stati ideati come trappola per acciughe. La particolare disposizione delle pietre, consente facilmente l’ingresso dell’acqua e dei pesci, che una volta entrati nella prima vasca, vengono incanalati in quella successiva, come in un grosso imbuto. Entrati nei confini di pietra, i pesci non riescono a ritrovare l’uscita e seguire l’acqua che si ritira, rimanendo intrappolati nella struttura. Questa insidiosa trappola per pesci risale al periodo compreso tra la fine del Seicento e l’inizio del Settecento ed è un ottimo esempio, tuttora ben conservato, dell’ingegno dei pescatori locali, noti per la costruzione di trappole che sfruttano l’andamento delle maree, di cui sono ottimi conoscitori.

Del resto, la pesca era la fonte di sostentamento principale della popolazione di Taiwan. Insieme alle acciughe venivano catturate aringhe, ricciole e altri pesci della fauna ittica locale. La realizzazione di questa trappola, seppur semplice in apparenza, ha richiesto un gran lavoro di ingegno e dedizione. Ma l’impegno è stato premiato e i risultati sono perdurati nel tempo. Una volta creata, infatti, la trappola svolgeva tutto il lavoro, e ai pescatori non restava che andare a ritirare il lauto bottino.

Bastava attendere che la marea si alzasse e portasse i pesci all’interno dei cuori. Al ritiro dell’acqua si andavano a recuperare i pesci rimasti spiaggiati. Niente di più facile, no? La cosa insolita sta forse nella scelta della forma della trappola: un doppio cuore che dimostra che spesso l’apparenza inganna e ciò che sembra bello e romantico, può nascondere pericolose insidie.

Lungo la costa di Penghu ci sono più di 570 trappole di pietra per i pesci, ormai inutilizzate, che sfruttavano l’andamento delle maree, ma la Qimei Shuang Xin Shí Hu, la “trappola dei due cuori”,  è senz’altro la più particolare e meglio conservata.

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