Nel 79 d.C., l’eruzione del Vesuvio seppellì la città di Pompei sotto una coltre di cenere alta 6-7 metri.
La maggior parte degli abitanti, fuggiti dalle case, trovarono la morte sul litorale. Quelli che rimasero, cercando rifugio nei sotterranei delle abitazioni, morirono asfissiati.
I calchi dei loro corpi in agonia, ottenuti colando gesso nelle cavità lasciate nello strato di cenere, sono una commovente testimonianza della tragedia.
Oggi Pompei è il sito archeologico più suggestivo e famoso del mondo e passeggiare per gli scavi è un’esperienza unica, un viaggio nel tempo in cui si rivivono i momenti della vita pubblica e privata degli abitanti della città. L’aspetto più sorprendente del sito, è l’alto numero di case, lussuose e umili ritrovate complete di tutto il corredo di botteghe, osterie e forni. L’eruzione infatti, ha prodotto una sorta di limbo che ha conservato inalterato tutto ciò che ha ricoperto. È impressionante il fatto che molte suppellettili siano rimaste intatte, permettendoci di penetrare gli aspetti più intimi degli antichi abitanti di Pompei. A questo scopo, la Regione Campania, in collaborazione con l’Ente per il Turismo di Napoli, ha realizzato il progetto “Le Lune di Pompei”, un emozionante percorso alla scoperta degli Scavi Archeologici di Pompei, realizzato con luci, suoni e voci fuori campo. Il visitatore è accompagnato in un viaggio di grande suggestione, da quelle persone, che ignare di ciò che sarebbe accaduto, si mostrano nei momenti che precedono l’eruzione, impegnati nelle loro vicende giornaliere.
Quelle che si svolgevano intorno al Foro, il centro politico, amministrativo e commerciale della città: una grande piazza rettangolare sulla quale si affacciano il Capitolium (il tempio dedicato a Giove), il Tempio di Apollo, del III secolo a.C., formato da un portico con 48 colonne ioniche, e la Basilica, il più importante edificio pubblico, sede del tribunale e centro della vita economica. Sul Foro si affacciano anche il Tempio di Vespasiano, dedicato al culto imperiale, i Granai dove si raccoglievano i cereali, e il Macellum, il mercato coperto con le tabernae (le botteghe) all’interno. Vicino, sorgono le Terme del Foro, divise in una sezione maschile e femminile e dotate di riscaldamento in comune.
La più importante arteria cittadina era la via dell’Abbondanza, sulla quale si affacciavano botteghe artigiane, locande, osterie e tintorie. Su questa strada, si trovano le Terme Stabiane, il più antico impianto di Pompei. Vicino, sorge il famoso Lupanare, un edificio a due piani, la cui funzione è facilmente intuibile dalle pitture erotiche e dai graffiti che adornano le pareti.
Tra le abitazioni, la casa del Fauno è la più bella per l’eleganza dell’architettura e i mosaici che la impreziosivano. La casa dei Vettii è famosa per gli affreschi alle pareti. Nella casa di Menandro, è stata ritrovata una ricchissima collezione di suppellettili d’argento di eccezionale qualità, oggi conservate, insieme ad altri reperti, al Museo Nazionale di Napoli.
Un altro importante edificio di Pompei, è la Villa dei Misteri, celebre soprattutto per i suoi dipinti. Si trova fuori dalla zona degli scavi e nella sala grande del triclinio, si ammira un meraviglioso ciclo di affreschi del I secolo a.C., in cui sono raffigurate scene di iniziazione del culto di Dionisio.
Al Foro, si contrappone il quartiere dei teatri, realizzato nel II secolo a.C. Era il centro delle attività culturali e religiose di Pompei. Comprende il Teatro Grande, che ogni estate ospita spettacoli, e il piccolo Odeion.
Accanto, sorge il Tempio di Iside. Nell’Anfiteatro, si svolgevano i giochi tra gladiatori e le lotte tra gli animali; un’epigrafe dimostra che è il più antico che conosciamo. Accanto all’Anfiteatro, c’è la Palestra Grande, costruita sotto Augusto e usata per gli esercizi ginnici.
Visitati gli scavi, vale la pena una passeggiata sulla via dei Sepolcri, la strada fiancheggiata da monumenti funerari che conduceva verso Ercolano. Vicino Pompei, nell’attuale territorio di Torre Annunziata, in antichità quartiere suburbano di Pompei, è stata ritrovata una villa appartenuta probabilmente a Poppea Sabina, seconda moglie di Nerone. La splendida dimora, è uno dei più grandiosi e meglio conservati esempi di villa d’otium mai rinvenuti. Risale alla metà del I secolo a.C. e per le decorazioni e la bellezza del panorama, non aveva nulla da invidiare alle più lussuose residenze imperiali.