La Scuola Grande di San Rocco, è stata costruita secondo i più rigidi dettami previsti per la costruzione delle Scuole veneziane, che dovevano avere due sale sovrapposte, una per le cerimonie religiose al piano terra e una al primo piano per le riunioni dei confratelli.
Accanto c’era una saletta più piccola dove veniva custodita la Mariegola, lo statuto della confraternita. La costruzione della Scuola di San Rocco iniziò nel 1517, sotto la direzione di Pietro Bon, che realizzò il piano terra, ma che fu presto sostituito da Sante Lombardo.
L’aspetto attuale però, si deve ad Antonio Abbondi, detto lo Scarpagnino, che completò la facciata e realizzò lo scalone monumentale. Alla sua morte, nel 1549, l’edificio era praticamente finito; alle ultime rifiniture pensò Giangiacomo de’ Grigi. Ma con grande probabilità, la Scuola Grande di San Rocco, non sarebbe stata la meraviglia che è, se nel consiglio del 22 maggio del 1564, l’avesse spuntata un tale di nome Zani de Zignioni, che aveva offerto di tasca propria ben 15 ducati per far dipingere il telero (una grande composizione pittorica su tela), per il soffitto della sala dell’Albergo, a condizione che l’incarico non fosse affidato a Tintoretto.
L’artista invece riuscì abilmente ad aggiudicarsi il lavoro, sbaragliando la concorrenza di rivali illustri come Paolo Veronese: alla selezione per l’assegnazione dell’incarico consegnò il dipinto già terminato, invece che un bozzetto come gli altri concorrenti. E per fugare ogni sospetto di brogli, si disse pronto a regalare l’opera senza pretendere alcun compenso. L’offerta fu accettata e segnò l’inizio di una lunghissima collaborazione che nell’arco di venticinque anni arricchì il complesso della Grande Scuola di San Rocco di un’infilata di opere d’arte a dir poco straordinarie. Tintoretto divenuto pittore ufficiale, nonché membro della confraternita, decorò le sale dell’edificio con un grandioso ciclo di teleri ispirati a episodi del Vecchio e Nuovo Testamento, che si rivelò come uno dei maggiori cicli pittorici del Cinquecento, e per la chiesa realizzò un’altra serie di dipinti dedicati al suo santo protettore.
Il complesso della Scuola Grande di San Rocco si estende nel sestiere di San Polo, dietro la basilica di Santa Maria Gloriosa dei Frari. Sul campo si ergono le facciate di marmo della Scuola e della chiesa, una accanto all’altra, e la sagoma della Scoletta, primissima sede della confraternita. Tre edifici che raccontano la storia di una delle più prestigiose Scuole di Venezia, quelle importanti istituzioni che fiorirono in città fin dal Medioevo. Erano confraternite laiche, ma sotto la protezione di un santo patrono, che si dedicavano alla devozione e a opere di carità, o tutelavano gli interessi di categorie professionali o di gruppi di lavoratori stranieri. Solo quelle a carattere religioso e votate alla carità e alla penitenza, potevano fregiarsi del titolo di Grandi, come quella di San Rocco. La Scuola Grande di San Rocco nasce nel 1478 allo scopo di aiutare i bisognosi e in particolare i malati durante le varie epidemie. Il patrono è Rocco da Montpellier, santo medievale dai poteri taumaturgici, che si era dedicato alla cura degli appestati.
Il prestigio e la fortuna della confraternita crebbero nel giro di pochi anni e nel 1845, quando venne in possesso delle spoglie mortali del santo patrono, le offerte dei devoti si moltiplicarono a dismisura, tanto che la preziosa reliquia venne trasferita nella chiesa appositamente costruita. Ben presto, aumentando il numero dei confratelli e il prestigio dell’istituzione, la Scoletta divenne troppo piccola e nel 1517, iniziò la costruzione di un nuovo, monumentale edificio, che venne completato nell’arco di trent’anni e al quale diede il tocco finale il prezioso ciclo pittorico di Tintoretto.
Un capolavoro inestimabile, rimasto praticamente intatto nei secoli grazie anche ad una fortuna davvero unica: la Scuola di San Rocco infatti, fu l’unico istituto risparmiato dagli editti napoleonici, grazie ad un decreto del vicerè Eugenio Beauharnais.
Mentre tutte le altre confraternite furono sciolte e private dei loro beni, quella di San Rocco rimase aperta e conservò intatto il suo immenso patrimonio artistico, e ancora oggi continua la sua attività in campo assistenziale. La bellezza della Scuola è evidente già nella facciata splendidamente decorata e contraddistinta dal doppio ordine di colonne. La sala Terrena offre un primo esempio dell’arte di Tintoretto, con gli otto grandi teleri alle pareti che raffigurano episodi della vita della Vergine e dell’infanzia di Gesù e le sante Maddalena e Maria Egiziaica, due figure assorte, quasi sognanti, inserite in singolari paesaggi notturni.
Ma lo spettacolo vero e proprio si assapora nella sala Superiore, il luogo in cui si riunivano i confratelli. Dallo scalone monumentale si osserva il magnifico soffitto ligneo intagliato e dorato nel quale sono incastonati 21 teleri di Tintoretto con storie dell’Antico Testamento; altri 10 teleri, con episodi del Vangelo, sono incastrati nelle bifore alle pareti della sala, uno scrigno di tesori, dal soffitto al pavimento in marmo intarsiato. Il tempo ha alterato i colori delle opere, ma ha anche esaltato l’intensità degli effetti di luce. Può sembrare strano che la sala principale non presenti decorazioni del santo patrono, ma episodi biblici disposti senza un ordine apparente. In realtà tutti i dipinti ruotano attorno a tre temi fondamentali raffigurati nelle tre tele centrali del soffitto: Il miracolo del serpente di bronzo, La caduta della manna, Mosè fa scaturire l’acqua dalla roccia, si riferiscono alle malattie alla fame e alla sete, le tre piaghe che la Scuola si era assunta il compito di alleviare. Il ciclo rappresenta quindi un “manifesto” della missione della confraternita.
Splendida anche la vicina sala dell’Albergo, sede della Banca, l’organo di governo della Scuola, il primo ambiente dipinto da Tintoretto, una volta assunto. Sulla parete si trova una magnifica Crocifissione, ricca di personaggi, fronteggiata da altre scene della Passione, come il bellissimo Cristo davanti a Pilato con la figura di Gesù inondata di luce e una Salita al Calvario, concepita con una straordinaria visione prospettica.
L’itinerario termina nella sala del Tesoro, aperta al pubblico da un paio d’anni: oltre agli armadi originari del ‘700, che custodiscono una ricchissima collezione di calici, reliquiari, croci, ostensori, c’è anche la Mariegola, lo statuto originale della Scuola, risalente al 1478. Imperdibile, la visita alla chiesa di San Rocco; oltre ai dipinti di Tintoretto, Solimena e Sebastiano Ricci, si ammira anche la Grande Cantoria in legno del 1789: una di quelle macchine tipiche del ‘700 che venivano allestite per occasioni solenni e smontate subito dopo. Quella nella sala Tesoro è probabilmente l’unica al mondo.
Info utili: la Scuola Grande di San Rocco, sul campo omonimo, si raggiunge da piazzale Roma e dalla stazione di Santa Lucia con i vaporetti di Act linee 1 e 2, fermata San Tomà. A piedi, in pochi minuti dalla stazione o da Piazza San Marco. Per la visita: la Scuola Grande e la chiesa sono aperte tutti i giorni dalle 9:30 alle 17:30. La biglietteria chiude alle 17:00. Ingresso alla Scuola 10,00 €, compresa l’audioguida; ridotto 8,00 €. La Scuola resta chiusa nei giorni di Natale e Capodanno; la chiesa, a ingresso libero, fa orari ridotti nei giorni di Natale e Capodanno: dalle 9:30 alle 12:30.