Che siate turisti o milanesi a passeggio, che siate di fretta o abbiate scelto Milano come vostra meta, non potete passare per piazza Duomo senza lasciarvi incantare dalla grandezza e dallo splendore della cattedrale. Da 628 anni, il Domm riesce a calamitare l’attenzione di tutti. Immenso, elegante, maestoso, per i milanesi non è solo un simbolo, ma una certezza, per i turisti, una fonte di stupore, protagonista assoluto di scatti imperdibili. Nel 1.386, fu posata la prima pietra per volere del duca Gian Galeazzo Visconti. Il 1.965, è l’anno in cui si considera terminata la costruzione, con la realizzazione delle porte bronzee di Luciano Minguzzi.
Oltre sei secoli di vita splendidamente portati, anche grazie alla Veneranda Fabbrica del Duomo, ente che fin dal 1.387, anno successivo all’avvio del cantiere, si è occupato dell’edificazione della cattedrale, e che fino ad oggi, va di pari passo alla storia del Duomo, occupandosi della valorizzazione, della conservazione e fruizione del monumento simbolo di Milano. E in vista della grande esposizione internazionale del 2.015, la Veneranda Fabbrica, ha riaperto e rivoluzionato il Museo del Duomo, trasformandolo in un percorso scenografico e coinvolgente. Ben 27 sale in cui si scopre la storia della Cattedrale di Milano. Dai Visconti all’Expo 2.015, una panoramica della sua storia, da vivere puntando gli occhi sugli ori del Tesoro del Capitolo, sui dipinti, sugli arazzi, le statue, le vetrate e i modelli lignei.
Il Duomo di Milano, è tra le più celebri e complesse cattedrali gotiche del mondo e spesso le opere si perdono nella sua vastità interna ed esterna. Il museo del Duomo è stato istituito nel 1.953, più volte riallestito, è stato chiuso nel 2.005. Il 4 novembre 2.013 è stato riaperto nella nuova versione progettata dall’architetto Guido Canali.
DAL TESORO DEL CAPITOLO ALLA PRIMA GUGLIA
Già dall’ingresso, il Palazzo Reale, sulla sinistra, si intuisce che si sta entrando nel nuovo Museo del Duomo. Alla biglietteria si ammirano i marmi decorati (gabbioni) delle guglie e un maestoso frammento del pavimento cinquecentesco della cattedrale. L’innovazione del percorso studiato da Canali, sta soprattutto nell’illuminazione: le opere sono presentate nelle sale semibuie, valorizzate da suggestivi fasci di luce. Sono stati recuperati i mattoni a vista e le arcate gotiche dell’antico maniero dei Visconti, preesistente al Palazzo Reale. Il Museo, si articola in 13 sezioni che portano il visitatore dal XIV al XX secolo. Si parte dalla sala del Tesoro del Capitolo, per secoli custodito nel Duomo. Vi si ammirano capolavori dell’arte orafa paleocristiana, medievale, rinascimentale e seicentesca. Su tutti, spiccano l’Evangelario di Ariberto (XI secolo), il Tronetto del Santissimo Sacramento e la curiosa Mira in penne di colibrì. Anche la sala delle origini è ricca di fascino.
Il Duomo fu voluto dai milanesi e per erigerlo fu scelto lo stile gotico internazionale, in modo che si differenziasse dalle chiese degli altri stati italiani. Oltre a dover essere proiettata verso l’Europa, la cattedrale doveva essere grandiosa, degna di una città potente come Milano. La pietra locale non era adatta e Gian Galeazzo Visconti mise a disposizione le cave di marmo bianco di Candoglia, in val d’Ossola. Le cave sono tutt’oggi attive ed è lì che la Real Fabbrica si serve quando si tratta di sostituire le guglie malconce. Nelle sale del museo, si vedono ancora i resti delle due chiese preesistenti al Duomo: Santa Teresa e Santa Maria Maggiore (IX secolo). Si ammira inoltre la prima guglia eretta nel 1.404, con la statua di San Giorgio, il cui volto è ispirato a Gian Galeazzo.
PER COSTRUIRLO, MAESTRANZE DA OGNI DOVE
Maestranze da tutta Europa sono giunte a Milano nei primi cinquant’anni della costruzione del Duomo. Diedero vita a veri capolavori tardogotici: statue, archi rampanti, mensole figurate, peducci, piramidi, tutti elementi decorativi dal forte valore simbolico. Spettacolare la serie di doccioni da cui l’acqua spiove proteggendo le pareti della cattedrale. Nella seconda metà del Quattrocento, con l’avvento dell’Umanesimo prima e del Rinascimento poi, i tratti delle statue si sono ingentiliti, diventando sempre più espressivi, con panneggi sinuosi, figure mosse ed estrema cura nei dettagli. Nella sala “cattedrale di luce”, sono raccolte tutte le vetrate policrome, in un ambiente circolare. Da metà Quattrocento a metà Cinquecento, Milano vive l’epoca delle vetrate, realizzate da maestri lombardi, francesi, e fiamminghi, che “dipingono con il vetro”, usando vetri colorati per i loro capolavori. La differenza tra queste vetrate e quelle in cui il vetro viene dipinto, è evidente per i visitatori del Duomo. Le vetrate del Quattro-Cinquecento, brillano di mille sfumature, quelle dell’Ottocento sono più opache e hanno riflessi nei toni del rosso. L’epoca di Carlo e Federico Borromeo, vissuti a cavallo tra Cinque e Seicento, è rappresentata da paliotti con splendidi ricami, magnifici arazzi, dipinti e bassorilievi, accanto ai bellissimi disegno del Cerano.
Le statue di quest’epoca hanno fattezze eroiche e anche se Michelangelo non è passato da Milano, si sente forte la sua impronta nella storia dell’arte. Il viaggio attraverso i secoli, giunge al Settecento, nella mitica “galleria di Camposanto”, dove sono riunite statue di tutte le dimensioni. È la collezione di tutti i modelli in gesso dei giovani scultori che in cerca di fama tentavano di essere ammessi nella Real Fabbrica del Duomo. Tra gli emergenti dell’epoca, anche Giuseppe Perego, colui che poi realizzò la Madonnina. Nella sala dedicata alla Vergine, “tutta d’oro e piscinina”, è custodito un modello in scala 1 a 1 della testa e dell’armatura originaria in ferro, sostituita nel 1.967 da una più resistente in acciaio. La Madonnina in rame e acciaio è alta 4 metri e 60 e fu posizionata sulla guglia più alta nel 1.764.
Siamo nell’800, secolo decisivo per il Duomo di Milano. Per ordine di Napoleone Bonaparte nel 1.813 fu conclusa la facciata. In quell’epoca furono realizzate talmente tante statue e guglie, che fuori dal Duomo non si riusciva a metterle a fuoco.
Si possono osservare nello straordinario modello ligneo custodito in una delle ultime sale del Museo. Iniziato nel 1.519, rappresenta la cattedrale, e pur essendo enorme, è ben 22 volte più piccolo della costruzione originale. Nei secoli, prima che venissero realizzati, tutti i lavori del Duomo venivano sperimentati su questo grosso modello di legno. Infine la sala del Novecento, dove oltre ai progetti delle porte di bronzo realizzate da Luciano Minguzzi, sono raccolti gli splendidi bozzetti di Lucio Fontana, che partecipò allo stesso concorso perdendolo. Al termine della visita non si può fare a meno di ricordare le due statue lungo il tragitto. Una è decapitata, l’altra completamente annerita dallo smog. La prima testimonia la follia della guerra, precisamente quella del 1.943 che causò ingenti danni, l’altra ricorda come un monito la piaga dell’inquinamento atmosferico che colpisce la città di Milano.
Info utili: il Duomo di Milano è aperto tutti i giorni dalle 7:00 alle 19:00. Ultimo ingresso alle 18:45. Ingresso 6,00 €. Il biglietto per il Museo dà diritto ad accedere anche al Battistero di San Giovanni alle Fonti.