È uno dei tratti più spettacolari e meno frequentati della Sicilia, 6 chilometri di costa su cui si affacciano spiagge intatte e selvagge, tra dune modellate dal vento, falesie a picco sul mare e macchia mediterranea. È la Riserva Naturale Orientata di Torre Salsa, istituita nel 2000 e gestita dal Wwf, che si estende nel comune di Siculiana, a ovest di Agrigento. Alle sue estremità, si aprono spiagge splendide, come quella di Realmonte con l’incredibile Scala dei Turchi, e l’arenile dorato di Eraclea Minoa.
Torre Salsa è un piccolo paradiso naturalistico scampato alla cementificazione selvaggia, grazie al fatto che quest’area resta per buona parte dell’inverno allagata per le inondazioni del torrente Salso che la attraversa. Così, intorno alla zona umida del lago Pantano, alimentato dal Salso, hanno trovato il loro habitat naturale animale come il ramarro e la testuggine palustre siciliana, oltre a diverse specie di uccelli stanziali e migratori. Sono 6 chilometri di mare spettacolare, a cui i fondali, sabbiosi vicino all’arenile e calcarei più al largo, donano un’estrema trasparenza e una miriade di sfumature che vanno dal turchese allo smeraldo. La costa è un susseguirsi di maestose falesie, composte di gesso e marne calcaree, spesso di un bianco abbagliante, fra cui nidificano poiane, gheppi e falchi pellegrini. Si alternano ad ampie dune di sabbia modellate dal vento, ricoperte di gigli marini ed euforbia marittima. Caratteristiche della riserva, anche le orchidee selvatiche, gli uliveti e gli aranceti dell’immediato entroterra. Un’esplosione di colori e profumi che raggiunge il culmine in primavera, con le fioriture della macchia mediterranea: timo, lentisco, rosmarino e ginepro.
SABBIA E MARE CRISTALLINO
Questa straordinaria varietà paesaggistica, fa da cornice alla distesa sabbiosa di 6 chilometri, dove si susseguono le spiagge di Cannicella, Fungitedda (la più frequentata) e Torre Salsa, che deve il nome ai ruderi della cinquecentesca torre anticorsara che domina dall’alto di un costone roccioso. La lunga distesa dorata si estende da Siculiana Marina fino al sito archeologico di Eraclea Minoa, protetto dal promontorio di Capo Bianco. Gli accessi più agevoli sono quello del parcheggio presso il lago Pantano, a 300 metri dall’arenile, e dal lido di Bovo Marina, nel territorio di Cattolica Eraclea, limite occidentale dell’area protetta. Attraverso sentieri che si addentrano nella macchia mediterranea, dai due accessi si raggiungono le spiagge più lontane, mai affollate, neppure nei periodi più caldi di agosto. Il divieto per le imbarcazioni di avvicinarsi eccessivamente alla costa, garantisce la quiete ai villeggianti e tutela la biodiversità. Le acque pullulano di pesci, ricci di mare e piccoli crostacei che trovano nutrimento tra le praterie di posidonia che tappezzano i fondali, segno dell’ottimo stato di salute del mare. Da fine maggio, le tartarughe Caretta caretta depongono le uova sugli arenili dell’area protetta: la schiusa avviene tra settembre e ottobre.
Lasciando la riserva in direzione di Agrigento, la costa regala altri scorci mozzafiato con lidi attrezzati e lungomari animati sia di giorno che di sera: come la spiaggia di Siculiana Marina e quella di Giallonardo di Realmonte, a poca distanza da Porto Empedocle, il borgo reso famoso da Andrea Camilleri con i suoi romanzi sul commissario Montalbano. A fare da sfondo alla spiaggia, è la spettacolare Scala dei Turchi, candida cattedrale (a 8 chilometri dalla riserva), scolpita dall’azione del mare e del vento. Una delle formazioni più incredibili di tutto il Mediterraneo. Si può arrivare fino in cima, attraverso un’imponente scalinata naturale, scavata nella roccia da madre natura. I primi a salirci furono proprio i corsari saraceni (da qui il nome), per razziare i villaggi della zona.
ERACLEA MINOA, TRA STORIA E MARE
Grazie alla sua vicinanza alle coste africane, quest’angolo di Sicilia è stato da sempre punto d’approdo di popoli e culture che vi hanno lasciato importanti testimonianze. Come quella di Eraclea Minoa, città fondata dai Selinuntini in onore di Minosse, sulle pendici del promontorio di Capo Bianco, all’estremità occidentale della Riserva di Torre Salsa. Dopo essere stata sotto il controllo di Greci, Cartaginesi e Romani, la città fu abbandonata nel corso del VI secolo a.C. per una terribile frana causata dalla fragilità geologica del territorio. Degli antichi splendori restano gli scenografici resti dell’abitato di epoca ellenistica e romana, i ruderi delle mura di cinta, di un santuario e del meraviglioso teatro del IV secolo a.C., che si affaccia sulla lunga spiaggia sabbiosa di Eraclea Minoa, un altro piccolo angolo di paradiso per chi ama il mare.
Info utili:
la Riserva Naturale Orientata di Torre Salsa si raggiunge da Agrigento con la S.S. 115, poi la S.P. 75 per Montallegro; da qui, in 3 km si arriva all’ingresso in località Eremita. È raggiungibile anche da Sciacca con la S.S. 115 fino alla prima uscita per Montallegro, poi la S.P. 87, seguendo le indicazioni per l’ingresso di Pantano. Nella riserva ci sono un centro visite e un percorso natura. Aperta tutto l’anno, ad accesso libero, offre la possibilità di visite guidate. Info e prenotazioni: 0922/81.82.20 – 327.7772954.