“Un’abbazia solitaria, piena di memorie antichissime”. Così Gabriele D’Annunzio, nel Trionfo della morte, descriveva il complesso di San Clemente, nel comune di Castiglione a Casauria, in provincia di Pescara.
La sobria eleganza della struttura in pietra bianca, i fregi architettonici e il grandioso apparato scultoreo, sono la peculiarità di questo monumento, sopravvissuto a tormentate vicissitudini storiche e calamità naturali. L’ultima, quella che nell’aprile del 2009, si è abbattuta sull’Aquila e il suo territorio.
L’abbazia, gravemente danneggiata, era tra i 43 monumenti che necessitavano di un intervento immediato. Un contributo di circa 2 milioni di euro da parte del World Monument Fund Europe e della Fondazione PescarAbruzzo, ha permesso il recupero dell’edificio, riaperto al pubblico nell’aprile scorso.
Il sisma, aveva provocato il crollo del timpano nella navata centrale, che cadendo, aveva danneggiato l’ambone e il candelabro.
Dopo dieci mesi di restauro, il monastero ha ritrovato la sua bellezza.
Risultato di diverse fasi costruttive, mostra nella splendida architettura, il passaggio dal romanico al gotico.
Oltre il cancello, un viale di ghiaia, al centro di un giardino profumato, conduce davanti alla facciata, annunciata da un portico decorato da cornici e bassorilievi.
Lungo il tragitto, si ammira ciò che resta degli ambienti monastici e della torre campanaria. In mezzo al prato, si osservano frammenti lapidei di epoca romana.
L’ABBAZIA NATA DA UN VOTO
Nella Biblioteca nazionale di Parigi, è conservato il Chronicon Casauriense, che fa risalire la fondazione dell’abbazia all’imperatore Ludovico II (IX secolo), come voto per essere sopravissuto dalla prigionia subita dai Longobardi a Benevento. Lo scopo di Ludovico tuttavia, era quello di esercitare, attraverso la nuova comunità monastica, una maggiore influenza nell’Italia meridionale, allora divisa tra Bizantini, Longobardi e Saraceni.
Questo gioiello di architettura medievale abruzzese, fu eretto nell’871, sul fiume Pescara, alle pendici della Maiella.
Divenne ben presto ricco e potente, in quanto la fedeltà all’impero veniva premiata con la concessione di castelli, terre e privilegi. La chiesa, inizialmente dedicata alla Santissima Trinità, fu intitolata a San Clemente, quando nell’872 vi furono trasferite le sue spoglie.
Questo periodo estremamente favorevole per l’abbazia, venne compromesso nel 916 dalle incursioni saracene che costrinsero i Benedettini ad abbandonare il monastero. Dal 1076, iniziarono circa vent’anni di saccheggi da parte di Ugo da Malmozzetto, conte normanno di Puglia. Qui, entra in scena Leonate, l’uomo della rinascita, con il quale il complesso torna agli antichi splendori. Eletto abate nel 1152 e promosso cardinale nel 1155, si fa carico del recupero dei beni, raccogliendo denaro e interpellando le migliori maestranze dell’epoca. Nel 1176, intraprende il rinnovamento dell’abbazia. Morì nel 1182 e non riuscì mai a vedere la fine dei lavori.
Al successore Gioele, si devono le magnifiche porte di bronzo dorato, sulle cui formelle sono rappresentati i feudi posseduti dall’abbazia.
I lavori promossi da Leonate, iniziarono dalla facciata preceduta dal portico a tre arcate. Il portale centrale è un vero capolavoro scultoreo. Nella lunetta che lo sovrasta si vede Leonate inginocchiato, che mostra a San Clemente, seduto sul trono, il modello dell’abbazia da rinnovare. Sotto, nell’architrave, si ammira la scena della traslazione delle reliquie di San Clemente all’abbazia e della fondazione del cenobio.
Negli stipiti, alcune nicchie accolgono le figure dei sovrani benefattori del monastero. Dal portale laterale si accede all’interno, dove straordinari arredi liturgici impreziosiscono l’ambiente a pianta basilicale, austero e spoglio.
Sono veri e propri gioielli della scultura medievale: l’ambone, con plutei ornati da rosoni ad altissimo rilievo; di fronte, il candelabro per il cero pasquale sormontato da un’edicola, impreziosita da colonnine e mosaici. L’area del presbiterio, sopraelevata per la presenza della cripta, è dominata dal ciborio che sormonta un sarcofago di epoca romana usato come altare.
Sulla destra, all’interno di una teca, è custodita l’urna, nella quale forse l’imperatore Ludovico II depose le spoglie di San Clemente per donarle all’abbazia.
Info utili:
Per raggiungere l’abbazia di San Clemente, nel comune di Castiglione a Casauria (Pescara): da Roma autostrada A24, poi A25 fino all’uscita Torre dei Passeri_Casauria. L’abbazia è a cento metri.
Per chi viene da est, A14 fino a Pescara, poi A25, direzione Roma.
Con i mezzi pubblici: linea ferroviaria Roma-Pescara, stazione Torre dei Passeri. Autobus da Pescara e da Roma, con fermata nel piazzale dell’abbazia.










