Poeta, storiografo, bibliofilo e infine cardinale, Pietro Bembo (1470-1547), fu il più importante letterato della sua epoca. Grande appassionato d’arte, fu amante di donne bellissime e amico intimo di pittori come Raffaello, Tiziano, Bellini e Sebastiano del Piombo.
Era un grande estimatore del passato, ma attento a tutto ciò che era nuovo, capace di intuire la rivoluzione culturale che l’Italia stava vivendo a fine ‘400. La Penisola infatti, era nel mezzo di una crisi politica e militare, frantumata in tante piccole corti e centri di potere.
Pietro Bembo, capisce che per ritrovare l’unità bisogna puntare sull’arte, partendo da due grandi artisti, Michelangelo e Raffaello, maestri che riescono a coniugare antico e moderno. La sua idea di unificazione dell’Italia, oltre che sulle arti, si basa sull’uso di un’unica lingua. Pubblica Le prose della volgar lingua, che codifica le regole dell’italiano, fondandole sugli scritti di Petrarca e Boccaccio.
Intanto, nella sua casa padovana crea una collezione immensa e straordinaria: non solo quadri e sculture, ma anche gioielli, strumenti musicali, bronzetti, reperti archeologici e monete. La ricchezza e la varietà degli oggetti raccolti, rende agli occhi dell’Europa di allora, la casa del Bembo come “la casa delle Muse” o Musaeum, da cui deriva il nome del moderno museo. Grazie alla sua influenza e al suo straordinario gusto collezionistico, Padova divenne il centro della cultura artistica internazionale. La città era protagonista di una novità assoluta che avrebbe avuto enormi ripercussioni nei secoli successivi: la nascita di un nuovo modo di raccogliere, presentare e far conoscere l’arte.
A Bembo si deve anche l’invenzione dei libri di piccolo formato che potevano essere letti al di fuori delle aule universitarie. A questa straordinaria figura del Rinascimento, il Palazzo del Monte di Pietà, dedica una mostra che riunisce le opere di tutti gli artisti di cui Bembo fu amico, mentore e complice, come Giorgione, Bellini, Raffaello, Michelangelo, Del Piombo, Sansovino. Accanto a questi capolavori, gli straordinari reperti archeologici di cui il letterato si circondava nella sua casa di Padova, che ancora oggi esiste in via Altinate: la testa di Antinoo, l’antichissimo manoscritto di Pindaro, l’arcana Mensa Isiaca proveniente dall’Egitto. Dopo la morte di Bembo, le opere che aveva collezionato, furono vendute dal figlio Torquato, finendo in diverse parti del mondo.
Per la prima volta, dopo 500 anni, queste opere di straordinario valore tornano a Padova dai grandi musei internazionali. Una galleria di capolavori che raccontano la storia di uno dei registi di quel periodo che oggi conosciamo come Rinascimento.
Info utili:
la mostra PIETRO BEMBO e l’invenzione del Rinascimento, è allestita al Palazzo del Monte di Pietà, in piazza Duomo 14, Padova. Sarà visitabile fino al 19 maggio 2013, da martedì a venerdì, dalle 09:00 alle 19:00; sabato, domenica e festivi, dalle 09:00 alle 20:00. Ingresso: 8,00 €, ridotto 6,00 €. Tel.: 049/8719255.